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lunedì 20 agosto 2012

azzo toni

Azzo Toni

Nel 1953 la Direzione del PSI commissariò la Federazione di Agrigento. . Persona di spicco del partito agrigentino era l'On.le Giosuè Fiorentino di Palma di Montechiaro che era stato sottosegretario di Stato nel governo De Gasperi. Fiorentino era stato accusato da Michele Pantaleone di accettare voti dalla mafia. Cosa che successivamente fu smentita dallo stesso Pantaleone che chiese scusa ma che tuttavia aveva allarmato la Direzione. Salvatore Lauricella e Filippo Lentini non erano ancora importanti come sarebbero diventati dopo.
Azzo Toni era un vigoroso settantenne elegantemente vestito e pettinato con una scrima che tagliava in due i capelli argentei. Era un fiero antifascista licenziato dalle Ferrovie dello Stato per ordine di Mussolini. Era stato membro del CLN di Genova e trattò in quanto tale la resa dei tedeschi (ho trovato per caso in internet un raro documento con la sua foto e quella degli altri membri del CLN). Completamente estraneo alla realtà agrigentina aveva tuttavia portato nel Partito una ventata di buona cultura. Aveva una memoria prodigiosa. Ricordava tutti gli spartiacque (sic) d'Italia che si facevano imparare nelle scuole medie di un tempo e recitava lunghi brani del Cirano di Bergerac ( cos'è un bacio? Un apostrofo etcc...). Fu Commissario per quasi tre anni. Il Partito agrigentino fu ingrato e duro con lui. Non fu tra i delegati al Congresso di Venezia. La Federazione di Agrigento delegò cinque autonomisti tre nenniani e due lombardiani. Nessuno della sinistra alla quale apparteneva Azzo Toni e che tuttavia a Venezia avrebbe preso la maggioranza del Comitato Centrale mettendo Pietro Nenni in minoranza e quasi spingendolo alle dimissioni. TRa i due lombardiani uno ero io. Ero stato eletto dopo una durissima competizione sopratutto per merito della sezione giovanile di Favara capeggiata dal mio grande amico Calogero Lombardo che minacciò la Sezione di non votare Lauricella se non avessero votato anche per me. Avevo venti anni ed ero uno dei pià giovani delegati al Congresso di Venezia. Come ho già detto Azzo Toni fu del tutto ignorato.
Ho un ricordo straordinario del Congresso dominato da una fascinosa relazione di Pietro Nenni. Parlò per circa tre ore che volarono. Pietro Nenni era molto diligente e le sue relazioni erano tutte scritte. Avendo problemi di vista erano scritte a caratteri molti grossi. Altro oratore eccezionale era Riccardo Lombardi ingegnere originario di Regalbuto, antifascista, Prefetto di Milano, autore del progetto di nazionalizzazione dell'industria elettrica che avrebbe realizzato il primo governo di centro-sinistra. Lombardi parlava senza appunti ma la concatenazione logica delle sue argomentazioni era ferrea scintillante e trascinatrice. Il Congresso di Venezia aggiornava la linea del Partito dopo i fatti di Ungheria. Ci fu il primo strappo con i comunisti e si gettarono le basi dell'incontro con la DC. Nenni vinse politicamente il Congresso ma perse il controllo del Partito. La maggioranza del CC era vecchiettiana. Lauricella che era segretario della federazione non fu eletto nel CC e tornò a casa assai contrariato.
Venezia mi deprimeva. Erano giornate invernali con l'acqua della laguna scura. La città mi sembrava irreale, una specie di teatro disabitato di tanto in tanto invaso dai turisti. Era carissima. Sono eretico se dico che Venezia non mi è piaciuta?



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