sicilia

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giovedì 23 agosto 2012

Taratatà

Taratatà

Il Partito mi mandò a comiziare a Casteltermini non ricordo più in occasione di quali elezioni ma forse di quelle regionali siciliane del 55. Andai a Casteltermini in treno e vi giunsi mentre stava parlando nella piazza principale del Paese difronte alla Chiesa Madre l'On.le Giuseppe Montalbano del PCI ,insigne giurista e vice presidente della Ars. I compagni di Casteltermini in grandissima parte minatori lo avevano accolto con molto rispetto. Il palco dal quale parlava era stato tutto adornato di fiori. Senonchè Montalbano era afflitto da balbuzie ed inoltre leggeva il discorso che si era preparato. Un discorso importante ma noiosissimo ed adatto ad un pubblico ed una occasione diversa da quella di un comizio elettorale. Il risultato fu di insoddisfazione e di disagio. I compagni si informarono chi dovesse parlare dopo Montalbano e qualcuno mi indicò a loro. Avevo l'aspetto di un giovane assai magro e sembrai a loro bisognoso di essere rimesso in forze subito, prima del comizio. Nonostante le mie proteste due di loro mi condussero in una osteria ed ordinarono per me una grossa bistecca al sangue ed un bicchiere di vino rosso. Protestai ma non sentirono ragioni. Mi fecero mangiare e bere tutto. Divenni un pochino brillo non essendo abituato a bere. Poi mi riaccompagnarono sotto il palco dal quale Montalbano continuava a parlare e mi dissero. Quando parli guai a te se "chicchii" (balbetti) come questo e guai a te se leggi. Salii sul palco con la testa leggera. Non ricordo assolutamente nulla di quello che dissi. Però percepii un crescente consenso ed applausi che si scatenavano uno dietro l'altro. Per fortuna non mi scappò di dire niente di compromettente perchè in piazza c'era il maresciallo che ascoltava il comizio per farne poi relazione scritta (facevano così allora). Insomma il comizio fu un successo ed io che ero signor nessuno avevo rincuorato i compagni comunisti e socialisti castelterminesi delusi da uno dei più importanti dirigenti della sinistra siciliana. Era uno dei giorni della Festa del Taratatà e ricordo la enorme folla che dal portone della Chiesa si era rovesciata in piazza accanto a quella che c'era per i comizi. Dopo il comizio abbiamo improvvisato un corteo e siamo andato in Sezione (penso fosse quella comunista) dove io, socialista, continuai ad essere elogiato. La sera ritornai ad Agrigento sempre in treno.

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