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martedì 21 agosto 2012

Italia 61 Incontro con Pietro Nenni

Italia 61.
Era l'opposizione alla politica di centro-sinistra del PSI che aveva conquistato la maggioranza dei militanti del Partito stanchi di stare fuori dal governo e che anelava ed in certi casi sbavava per entrare in quella che Pietro Nenni aveva definito "la stanza dei bottoni". Il gruppo era composto da me, Luigi Granata, Peppe Grado, Nino Calamo, Bino Di Betta ed altri compagni. Eravamo gli autori assieme all'Avv.to Campo della DC del primo centro-sinistra d'Italia che ritenevano giusto e di sinistra perchè lo avevamo trattato con la sinistra della dc mentre siamo insorti contro gli accordi per il primo governo di centro-sinistra regionale perchè fatto con i dorotei della DC. Quanto eravamo innocenti ! Mandammo una richiesta di essere sentiti alla Direzione del PSI. Sostenuti dall'affettuosa amicizia di Simone Gatto, luminosissima figura di socialista e di medico e accompagnati da Riccardo Lombardi fummo ricevuti in una torrida giornata di luglio io, Luigi Granata e Nino Calamo da Pietro Nenni. Eravamo emozionatissimi. Spiegammo i motivi della nostra protesta. Nenni mostrò simpatia ma ci disse che il governo siciliano era una spinta per una svolta nazionale e che se non si erano rispettate le procedure democratiche dentro il Partito è perchè non c'era stato tempo (sic)! Ci chiese se pensavamo di uscire dalla corrente autonomista. Una cosa che non ci era mai passata per la testa! Rassicurato dalla nostra risposta ci fece un bel sorriso e ci congedò. Restammo un pochino mortificati perchè ci aspettavano una conversazione più approfondita.
Tornati ad Agrigento trovammo i socialisti raccolti numerosissimi nel Teatro Pirandello attorno a Lauricella Filippo Lentini ed altri capi governativisti. Quando entrammo nel teatro a momenti ci linciavano! Volevamo guastare con le nostre fisime ideologiche la festa dell'ingresso al Governo dopo anni di penitenziale astinenza! Andavamo controcorrente e contro la storia! Fummo isolati ma nonostante questo alle elezioni provinciali piazzammo due nostri compagni su cinque. Allora le elezioni provinciali venivano fatte dai consiglieri comunali. Noi eleggemmo Bino Di Betta che era direttore dell'Esattoria a Porto Empedocle e poi a Ribera e Giuseppe Grado che dopo sarebbe diventato stimato amministratore della Provincia stessa per la sua onestà proverbiale. Non solo questo ma recuperammo anche la elezione di Fausto D'Alessandro a consigliere comunale di Agrigento a causa della elezione di Ciccio Pirrone che era risultato il terzo eletto dopo me e Luigi Granata tra nostri grandi sospetti di brogli e di appattamenti con il sindaco Di Giovanna.
Il gruppo Italia 61 in seguito subi una evoluzione. Luigi Granata assai stimato da Salvatore Lauricella cominciò la sua ascesa politica e sarebbe diventato deputato regionale e poi assessore e presidente commissione antimafia. Io sarei finito a Palermo chiamato da Ugo Minichini e Pio La Torre alla segreteria regionale della CGIL, Nino Calamo (che era stato deputato nazionale) sarebbe diventato segretario della camera del lavoro di Agrigento al posto mio.

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