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domenica 2 settembre 2012

i poteri del generale

Pietro Ancona

I poteri del Generale - 3 settembre 1982

Il Generale della Chiesa chiedeva poteri speciali per portare avanti la sua
lotta alla mafia siciliana. La sua intenzione era di sdradicarla e questa
sua volontà incombeva sulla società siciliana e generava allarme nelle
cosche mafiose. Il Generale era giunto a Palermo come Prefetto. Presidente
del Consiglio dei Ministri era Giulio Andreotti sospettato da molti di avere
un rapporto speciale con la mafia siciliana rapporto mediato a Palermo
dall'On.Le Lima e nella Sicilia orientale dall'On.le Drago.L'On.le Lima
sarebbe stato ucciso dalla mafia nel 1992 uno degli anni horribilis della
storia mafiosa di questo disgraziato Paese.
La questione della concessione dei poteri speciali divideva le forze
politiche siciliane. C'era chi era favorevole ma anche chi era decisamente
contrario. Il segretario regionale della DC era contrario ma non perchè
fosse mafioso o intimidito o condizionato dalla mafia. L'On.Le Rosario
Nicoletti era contrario perchè riteneva che la lotta alla mafia dovesse
condursi senza alterare la normalità dell'ordine costituzionale e dei
poteri. Non era convinto della necessità di cedere poteri speciali ad un
Prefetto un Generale mandato dallo Stato e certamente pensava che non fosse
giusto questa forma impropria di commissariamento della Sicilia. L'On.le
Rosario Nicoletti si sarebbe ucciso lanciandosi dalla tromba delle scale
della sua abitazione nel novembre del 1984. Un mistero la sua morte che non
è mai stato penetrato ma io, avendolo conosciuto, dubito molto che si
sarebbe ucciso motu proprio per una propria personale scelta esistenziale.
Era persona di grande razionalità e certamente una delle menti più brillanti
della politica siciliana. Con Piersanti Mattarella facevano un tandem
strepitoso.
Presso l'Assemblea regionale siciliana era costituita una Commissione
Antimafia fatta dai partiti dai sindacati regionali e dai rappresentanti
delle associazioni industriali ed agricole. La Commissione era presieduta
dal Presidente dell'Ars a quel tempo l'On:le Michelangelo Russo. Io ne
facevo parte in quanto segretario regionale della CGIL. Luigi Cocilovo e
Roberto Franchi vi rappresentavano rispettivamente la Cisl e l'Uil. Il PSI
era rappresentato da Salvatore Lauricella e la DC da Rosario Nicoletti.
Segretario regionale del PCI era Luigi Colaianni che aveva preso il posto di
Pio La Torre assassinato il 30 aprile di quello stesso anno.
Ricordo che prima della riunione della Commissione Antimafia dell'Ars
abbiamo avuto un incontro preventivo i tre segretari regionali nella sede
dell'UIL siciliana in via Enrico Albanese. Cocilovo era della stessa
opinione di Nicoletti. Era contrario alla concessione dei poteri speciali.
Io invece ero allarmato dal fatto che si discutesse di questo problema e che
ci fossero tentennamenti delle istituzioni. Ero decisamente a favore dei
poteri speciali e convinsi Franchi e Cocilovo ad assumere una posizione
unitaria nella Commissione. Così andò. Tuttavia dalla Commissione non uscì
una decisione senza se e senza ma per i poteri speciali.
Qualche giorno dopo il generale Della Chiesa veniva massacrato assieme alla
sua giovane moglie Emanuela Setti Carraro. Erano una coppia assai romantica.
Il fatto che il Generale avesse l'amore di questa giovane signora ne rendeva
la figura assai fascinosa e circondata da un alone poetico che ha colpito
tutte le persone che abbiamo vissuto intensamente quel periodo tragico ed
oscuro della insanguinata storia della Sicilia.
Alla luce delle cose che si sono recentemente sapute sul rapporto
mafia-Stato credo che bisognerebbe rianalizzare tutta la vicenda
dell'assassinio del Generale e della moglie. Per capire quale nido di vipere
è stato messo in allarme dalla presenza di un Generale che prometteva
davanti ai ragazzi ed alle ragazze dei licei palermitani lotta senza
quartiere fino alla vittoria alle cosche ed ai loro sporchi interessi.
Pietro Ancona

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