sicilia

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mercoledì 19 settembre 2012

la pisata

A proposito della paglia evocata dalla pisata In uno dei due pezzetti di terra della nonna a Realmonte situato in una montagnola dalla quale si intuiva la vicinanza del mare per il particolare colore del cielo ed anche per l'odore che arrivava nell'aria densa di iodio e salsedine c'era un pagliaru fatto dai miei zii. Era grande quando la lunghezza di un uomo ed era cosparso di paglia sulla quale si riposava nei pomeriggi della grande calura oppure quando vi si dormiva la notte se si era fatto troppo tardi per tornare in paese. All'inizio stare a terra su poca paglia era una cosa che quasi si subiva per necessità. Ma quando si fa l'esperienza di svegliarsi dopo avere passato una notte per terra la sensazione di benessere fisico è fortissima. Ricordo che mi sentivo come se una molla m i spingesse da terra e mi mettesse in piedi ! La terra mi infondeva vigore e mi sentivo come caricato di una energia nuova, straordinaria. Ma forse è perchè avevo non più di dodici anni ed a quell'età l'organismo è una sorta di macchina perfetta!Passavo le giornate a girovagare con Gaspare che mi veniva zio ma che aveva più o meno la mia età. Ricordo di aver visto sorridere assai di rado la nonna. Era severa e qualche volta arcigna. Era dotata di viva intelligenza ed aveva sempre qualche piano in corso di manipolazione dei figli. Figli che non tardarono a spargersi per il mondo raggiungere la Germania dove conobbero la busta paga ed una alimentazione normale ma a base di grassi e di carne. Mio zio Gaspare credo a causa del passaggio repentino dalla alimentazione a base di digiuni e di farinacei alla mensa tedesca nel giro di una ventina d'anni di Germania si prese un infarto dal quale non riuscì mai a riprendersi e morì giovane. Il cambio di dieta gli riuscì fatale. Credo che la stessa cosa succede a tanti immigrati che dopo qualche tempo ingrassano ed un po si imbolsiscono e di ammalano di diabete o di cuore.

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